Diego Beni e l` YiQuan

Una riflessione su quanto sia difficile salpare verso un’esplorazione autentica delle arti orientali e approdare ad un metodo fedele alle origini:

Cosa ci si aspetta e cosa si trova e infinite sorprese.

Il tai chi è davvero lento e noioso?

Si tratta di un’ arte difficile e complicata per fanatici dell’oriente?

Avremo dei benefici sullo stato di salute e diventeremo guerrieri invincibili solo dopo 30 anni di pratica?

Da alcuni anni  studio e insegno YIQUAN, sotto la guida del Maestro Davide De Santis, come istruttore di BYTC (Beijing Yiquan Training Center).

Dopo lunghi anni di pratica e  insegnamento delle arti marziali e delle tecniche energetiche dell ‘oriente (in particolare del tai chi e del qigong), nonostante la bellezza di questi percorsi, avevo costantemente la sensazione che qualcosa mancasse.

Avevo intuito che molti dei segreti dell ‘arte fossero racchiusi nella tanto decantata posizione dell’ albero (o del tenere la palla, o del palo perfettamente rotondo), una delle tecniche di cui esistono innumerevoli versioni nelle svariate scuole di tai chi e qigong.

Questa tecnica è stata “riscoperta”dal grande Maestro cinese Wang Xiang Zhai che da essa ha sviluppato tutto il metodo YI QUAN.

Ma pur non mancando le occasioni per stage ed incontri con famosi maestri di passaggio, cinesi e non,e pur provando anche da solo a sperimentare e ricercare il senso di questa tecnica, avevo deciso che avrei praticato questo metodo,solo quando avessi trovato qualcuno davvero in grado di  insegnarmela.

Per molto tempo ho sperato che mi venissero svelati i primi passi dell’ YIQUAN, perché qui in occidente il qi gong (“lavoro sull’energia”) e l’alchimia taoista sono assai confuse.

Molti ne parlano, pochi le praticano.

Poi, ho iniziato a studiare con il Maestro De Santis,che arrivava da dieci anni di studio in Cina presso gli allievi diretti di Wang Xiang Zhai,e alcuni monaci taoisti appartenenti allo stesso circuito.

Maestro che tuttora, per lunghi periodi, torna in Cina per studiare ed insegnare.

Tutto ciò che ricercavo da anni nella Pratica, e di cui leggevo sui numerosi testi scritti dai vari maestri, quello che in un certo senso avevo cercato fin da bambino, divenne a poco a poco piu chiaro, piu semplice e concreto, senza per questo perderne il mistero e l’ infinita bellezza.

Tutto si fece gradualmente disponibile, a portata di mano, non solo mia, ma di chiunque voglia apprenderlo.

Queste riflessioni rispecchiano il mio percorso, e la stessa cosa potrebbero esprimerla tutti gli altri amici istruttori della BYTC con i quali condivido questa avventura.

Ecco cosa si propone a chi intende cominciare questo percorso degli STILI INTERNI CINESI.

In occidente molti si spaventano all ‘idea di avvicinarsi ad una pratica dal nome in cinese e si chiedono “a che ci serve? farà al caso nostro? fa davvero cosi bene il tai chi? è solo autosuggestione? dovrò combattere o esser buttato a terra? si medita? è una ginnastica per anziani? devo studiare il cinese e la filosofia taoista? devo creder alla medicina cinese? svilupperò superpoteri e farò volare in aria le persone senza neppure toccarle?”

Si potrebbero aggiungere numerose altre perplessità sulle quali scrivere articoli.. a proposito degli aspetti marziali e dell’ alchimia. In questa circostanza mi dedicherò al livello iniziale cosidetto “terapeutico”.

La base da cui nasce un percorso serio e completo.

Ascolto spesso i racconti di amici che, frequentando lezioni o stage di tai chi, qigong,ecc ecc, trovano ciò che  cercano, oppure, in altri casi, fuggono “a gambe levate” .

In alcuni posti in nome del tai chi viene insegnata una lentissima sequenza di movimenti assai complicati, così da sviluppare una consapevolezza continua applicando un controllo millimetrico del movimento che deve restare sempre lo stesso. Si chiede agli allievi di aderire ad un modello, fino a restarne bloccati, eseguendo una rilassatissima ginastica a rallentatore in cui  la mente viene stressata a furia di rilassamento del corpo e controllo dei movimenti.

In certi casi l’insegnante sostiene che quando la mente avrà raggiunto la perfezione, i movimenti del corpo saranno altrettanto perfetti, ed il qi (energia vitale) circolerà meravigliosamente, manifestando i suoi innumerevoli prodigi.

A volte alla Pratica vengono aggiunte quantità innumerevoli di formalismi e di vestizioni che sembrano rendere tutto ancora piu complesso (dall’ abbottonamento dei colorati kimoni ai saluti ai maestri e ai saluti ai maestri dei maestri).

E tra rituali ed emozioni ataviche, e la fondamentale sottomissione dell’ ego, si gioca a vestirsi da samurai o da preti taoisti.

In alcuni casi si fa ancora meno.

Si fanno pochi movimenti, si tengono alcune posture, si aggiungono gesti e precisi modi di respirare e si ascoltano tanti racconti sul qi, sulla medicina cinese, sulle cose meravigliose che il qi fa nel corpo grazie ai movimenti che vengono praticati.

O si fa una pratica che sembra inutile ,anche innocua,ma piu che altro immaginativa,che non da alcuna soddisfazione dal punto di vista corporeo e si è saturati dai racconti degli effetti di quello che può succedere in noi durante la pratica, anche se noi non ce ne accorgiamo.

Oppure la pratica appare affascinante e talmente difficile che si ha la sensazione di non approdare mai da nessuna parte.

E allora meglio qualcosa di più semplice dai risultati piu concreti ed evidenti.

E così può concludersi la ricerca, prima ancora di averla cominciata.

Oltre a queste due possibilità ci sono ancora situazioni in cui, fin da subito, si è spinti a giocare all’ arte marziale ed al combattimento.

Anche in questo caso solo ricercando il movimento perfetto e l’ atteggiamento perfetto ne vedremo delle belle. Passare in pochi minuti da un corpo sconnesso al gioco del combattimento non è che affascini molto i praticanti occidentali., a parte coloro che si accontentano dell’ illusione che le cose siano facili ed immediate.

E poi ancora quando il maestro di turno si occupa in maniera approfondita dell’aspetto psicologico-filosofico, allora si possono avere dei benefici.

Ci si riesce anche a divertire.

A volte ci si lancia in tutto un certo discorso che ci affascina e che fa da impalcatura e sostiene piu che il senso di quei movimenti o di quelle posture l’ atteggiamento con il quale le si esegue e con le quali ci si auto-osserva diventando sempre piu coscienti!

Ho sentito alcuni che da anni ripetono all’ infinito quegli stessi gesti, comprendendone sempre piu il significato dal punto di vista esoterico, filosofico, psicologico, energetico e sono assai felici di perdersi e ritrovarsi all’ infinito in un mare di sensibilità e super sensibilità che sembrano potersi raffinare sempre più.

Dicono di andar verso la libertà.

Che così si svilupperà “il loro movimento”.

Ed iniziano a diventar un po’ maestri di se stessi.

Un po’ di filosofia zen e sembra che i segreti del tai chi e dell’ oriente siano svelati.

Eppure i loro corpi non sembrano cambiare. Il qi e la struttura non sembrano integrarsi fra di loro.

Gli aspetti interni e gli aspetti esterni non sembrano divenire via via un tutt’uno.

Forse per questo non è cosi facile proporre corsi di tai chi in occidente.

Molti, insegnando qualcosa che assomiglia piu alla recita del tai chi o alla sua imitazione rischiano di allontanare da questa meravigliosa arte proprio coloro che non si lasciano abbindolare e che non conoscono ancora altri modi di fare tai chi, che sono proprio il contrario delle forme che purtroppo in occidente sembrano le più diffuse..

C’ è una bellezza in questo mondo di possibilità proprio come se, incontrando Paganini e vedendolo suonare, senza conoscere la musica classica, decidessimo di imitarne i movimenti.

Se avessimo la costanza di eseguire con attenzione, per anni ed anni, la nostra  volontà e la nostra  sensibilità ne sarebbero rafforzate e, chissà, potremmo produrre un interessante suono.

Diverso sarebbe esser istruiti da qualcuno che, insegnandoci a legger la musica, il solfeggio, le tecniche di base, potrebbe portarci ad eseguire, e poi ancora, ad improvvisare.

In questo senso studiare YIQUAN nella BYTC è molto soddisfacente.

Già dopo poche lezioni si comincia a comprendere molto bene quello che si sta praticando ed in quale direzione si procede. Non importa quanti livelli successivi di lavoro possano esserci, si procede un passo dopo l’altro e ogni passo si rivela utile e benefico e divertente e produce dei risultati , oltre che preparare il passo successivo.

La ricerca  non è fumosa. Sembra il lavoro di un artigiano. O quello di un contadino che lavora la terra. O di un musicista. Qui lo strumento è il proprio corpo con gli aspetti piu concreti e con quelli piu sottili. Non solo si suona lo strumento, ma prima ancora lo si costruisce, lo si plasma, lo si trasforma e riscopre diverso in svariate forme e livelli.

Tutto questo processo è molto evidente per me, ed è sempre una grande emozione incontrare qualche istruttore BYTC piu anziano di me, ammirare il suo livello, e il suo procedere, per poi scoprire che dopo qualche mese mi trovo anche io in quella direzione, e intanto lui procede oltre.

Allo stesso modo è affascinante per noi insegnanti vedere gli allievi della scuola star meglio, divertirsi a praticare e  procedere veloci. Tutti sanno che la ricompensa molto concreta di questo lavoro non lascia spazio a dubbi.

Tutto il lavoro del qi gong nasce dalla medicina cinese ed una pratica corretta porta indiscussi benefici di cui finalmente parlano anche numerosi e recenti studi in ambito della medicina occidentale:

riequilibrio ed armonizzazione del sistema mente-corpo-energia  a tutti i livelli, osteomuscolare, digestivo, circolatorio, ormonale. Si verifica una regolazione ed un risveglio a livello psicofisico, istintivo, percettivo,  ecc ecc tutti effetti di cui parla la medicina cinese e che dopo pochi mesi di una pratica  corretta divengono palesi ed evidenti prima ancora di scoprire gli aspetti marziali”interni” (per chi fosse interessato) e poi ancora tutte le possibilità dell alchimia e della via taoista(i livelli successivi di studio) ciò che conta, ciò che davvero incoraggia a proseguire è proprio il sentire che si prende in mano la propria situazione in un modo talmente concreto e completo come solo le arti dell oriente sanno fare.

 A parte lo yoga ed il qi gong sono poche le attività che possono dare una tale coesistenza di livelli di lavoro, di benefici e di soddisfazione personale.

Sono queste le arti in cui l’ intelligenza del corpo viene risvegliata ed integrata.

Esistono veramente pochi training così completi per riabilitare il corpo e riequilibrarlo e fortificarlo.

E così praticare yi quan ci permette di sentire il corpo che lavora intensamente, senza compensazioni e squilibri; e di percepire l’azione del respiro e del qi e la forza e l’ intenzione, tutto diviene concreto e si capisce meglio anche ciò che si legge nei classici taoisti, tanto sciorinati da molti insegnanti che neppure sanno di cosa stanno parlando.

Altra cosa è trovarsi a sperimentare direttamente che “il lavoro interno” esiste ed è assai divertente.

Non ho certo la pretesa di aver trovato l’ unico metodo valido o il migliore. Allo stesso tempo sono entusiasta di invitare le persone che sono attratte da questo mondo a non fermarsi dopo i primi passi; a mettere ogni tanto in dubbio quello che si sta facendo; a smettere di credere alle cose ed a cercare di sperimentarle in prima persona, restando aperti e guardandosi intorno di tanto in tanto.

Per quanto mi riguarda.. niente è piu bello che condividere una pratica di questo tipo con i propri amici.

A cura di Diego Beni (istruttore BYTC)