I calci nell’ YiQuan

Nelle “arti interne” cinesi le tecniche di calcio sono molto complesse oltre che molto importanti: si nascondono dietro un lungo lavoro per di “costruzione” della struttura bio-energetica che dev’essere in grado di produrre energia illimitata e duratura nel tempo. La costruzione e “rimessa in moto” della “macchina biologica” ha nel suo interno dei movimenti di “ZhentiLi” che possono servire anche per esprimere “Fali”(marziali) coi piedi (esistono anche Fali prettamente terapeutici e senza “funzione difensiva”).
I calci “base” sono nascosti dal MoCaBu (ShiLi delle gambe che sfiorano il terreno coi piedi durante movimenti lenti ma pieni, originati dal DanTian e dalla “spina dorsale”) dello Yangshengong dell’YiQuan (che utilizza l’intenzione per “muovere” la struttura biologica nello spazio) e soprattutto dai passi circolari del grande Yu (che sono quelli che utilizza anche per il BaGua Zhuang attraverso la teoria dei otto trigrammi che creano le infinite combinazioni di movimento) che si sviluppano in otto fasi diversi passo lungo, passo corto, con “calata” del tallone e “calata” della punta. 
Lo spostamento del BaGua è dettato dal movimento a “spirale” del “Qi” all’interno del “canale centrale” (che parte dal perineo e arriva alla nuca). 
L’importante nelle arti marziali interne è comprendere il principio di movimento e non la dinamica esterna della “mossa”; tutto dev’essere fatto secondo le leggi della “struttura energetica” che ci permette di fare questa esperienza in questo universo. Nel QiGong si dà importanza a ciò che da “vita” all’atomo e quindi al micro cosmo: a ciò che crea la materia e non alla materia stessa (la parte “superficiale” e più visibile).
Generalmente i calci sono bassi perché all’inizio della pratica si studia come muovere il corpo con le leggi energetiche interne più semplici e con il ZhenTiLi (la forza dei tutto l’essere: ovvero l’unione di Yi, Qi, Shen e “vero” Li) ma ciò non vieta di tirare anche i calci alti nei livelli avanzati di YiQuan: se il movimento lo si fa in dinamica e utilizzando sempre lo ZhenTiLi e i principi dell’arte interna, ovviamente i calci alti si potranno portare con la stessa “scienza del Tao” che si utilizza per i calci bassi.

…all’inizio è ovvio che il corpo dovrà cambiare il fulcro ed il motore del movimento abitudinale e quindi è ovvio che tutto (i movimenti nello spazio) dovrà essere semplificato al massimo (per esempio marzialmente con le gambe, ci sono calci bassi tirati alle caviglie e usati per fare leva sul piede “dell’avversario”…o al massimo calci sulle ginocchia ma non calci più alti dell’anca dell’ ”avversario”) ma ovviamente nulla vieta di tirare calci mirati in faccia nei livelli avanzati …l’importante è che le estremità del corpo siano collegate tra loro e abbiano come fulcro, uno dei tre DanTian della “macchina biologica” (DanTian basso, medio o alto). La forma del Taiji XinShen che ho imparato al tempio del “fuoco e della nuvola” dai monaci taoisti, insegna a muoversi nello spazio circostante usando diversi movimenti “intenzionali” e diverse strade per lo scorrere armonico del Qi, la Danza dell’YiQuan insegna a spostarsi nell’ambiente in modo naturale grazie ai principi imparati precedentemente col QiGong …non esistono regole di altezze o mosse corrette o non corrette ma esistono solamente i principi che si manifestano quando una struttura si è sviluppata seguendo le regole energetiche corrette per creare un corpo forte e sano nel tempo; non importa l’altezza né null’altro, 
se c’è il ZhenTiLi e l’armonia di una struttura comandata dai DanTian, allora ogni movimento che farai sarà un movimento dell’arte interna.
Non si dona troppa energia ai muscoli esterni ma più che altro si rinforzano gli organi e la muscolatura interna: tendini e legamenti devono essere robusti ed elastici, la circolazione del sangue dev’essere “fluida” e le “corsie” energetiche che collegano e danno “vita” visibile (materiale) alla bio-macchina devono essere “aperte” (liberate da qualsiasi tipi di blocco). 
Nell’arte “interna” il corpo di sposta nello spazio in modo differente dall’arte “esterna”: nell’arte “interna” c’è una visione di corpo, aria e spazio (quello intorno a noi) differente da quella che può avere un praticante di arte “esterna” che da attenzione soprattutto ai movimenti meccanici della struttura ossea attraverso lo studio della muscolatura e considera lo “spazio circonstante” un elemento “vuoto”…a differenza appunto dell’arte “interna” che pensa che lo spazio sia “pieno” e quindi il praticante, si muove nello spazio come se stesse “nuotando” proprio perché “sente” l’attrito e soprattutto la connessione con il “pieno” che lo circonda (attraverso la sensibilità acquisita col QiGong). Il QiGong è lo studio del Qi, dell’energia che alimenta il nostro corpo e l’interno universo visibile e invisibile. Con il QiGong si comprende che micro cosmo e macro cosmo sono la stessa cosa e “dipendono” (si alimentano) l’uno dall’altro.
Dopo essermi stirato il legamento del ginocchio a Beijing, torno in Cina qualche mese dopo per rivedere il mio medico personale, l’agopuntore dott.Liu di ChaoYang, e andare quindi avanti con la terapia di riabilitazione ma dopo essere tornato anche dal gruppo “studio e ricerca YiQuan e NeiJia” per i saluti di rientro a BaoShan, incontro un mio ex “rivale” (uno studente di un altro MenPai/lignaggio) che approfittandosi della mia “impreparazione” dovuta alla convalescenza post infortunio, mi attacca alla sprovvista, proprio con un calcio semplice dell’YiQuan (quello della prima foto): questo “incidente” allungherà sicuramente la mia ripresa fisica. 
Il mio percorso in Cina non è stato formato da scuole commerciali e da maestri lussuriosi ma dall’inserimento da parte mia, in un mondo quasi sconosciuto agli occidentali fatto di “leggi” che per noi “laowai” (stranieri) potrebbero esser viste come “regole medioevali” (o anche “brutali”) in quanto è sempre una guerra continua tra scuole e lignaggi (MenPai) di kungfu.