l’abito non fa il monaco

Non mi nascondo dietro un kimono, io pratica perché credo in ciò che faccio e non ho bisogno di dimostrare agli altri chi sono attraverso un abito: indosso ciò che mi è comodo al momento e se non ho galà a cui partecipare posso praticare la via del Tao con qualunque indumento confortevole. Lo YiQuan (o qualsiasi genere di NeiJiaQuan in genere) non serve solo per imparare a difendersi ma è anche un metodo di auto-terapia per far circolare le energie all’interno del proprio corpo in modo ottimale: i meridiani si sbloccano e il Qi fluisce pieno e leggero nel corpo senza blocchi, il diaframma e il perineo creano quelle particolari pressioni che comprimono il Qi nel DanTian e lo diffondono come uno “Soffio” in tutte le estremità corporee per portare vitalità e potere di rigenerazione a tutta la macchina biologica.

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Non possiamo meditare e basta, meditare con un corpo bloccato e ottuso non è un vero meditare, per meditare e contemplare correttamente dobbiamo avere prima un equilibrio psico-fisico dato soprattutto da un equilibrio dei Chakra (ovvero l’equilibrio di tutte quelle zona che possono condizionare il pensiero del cervello attraverso la chimica del rilascio di sostanze influenti tramite le ghiandole del corpo): se gli ormoni e le ghiandole lavorano in modo scorretto anche il pensiero potrebbe risentirne (perché le ghiandole rilasciano nel corpo delle sostanze che arrivano al cervello e lo condizionano) ..e quindi le azioni e la visione della vita e il relativo comportamento, desideri e sogni potrebbe essere snaturato se si hanno “problemi” ai Chakra (al energia che forma materialmente le ghiandole). Solo quando c’è equilibrio di corpo e pensiero possiamo iniziare a meditare. 
Il Fali (colpo esplosivo) esiste perché esiste il “meridiano libero” che fa scorrere l’intenzione e l’intento attraverso il corpo meccanico (dal DanTian al punto che esprime il Fali). Se il canale è ostruito l’acqua non vi può fluire scorrevolmente.
L’arte interna non si occupa solamente di calci e pugni ma si preoccupa di come gestire il proprio corpo (il proprio strumento in questo universo) nello spazio (si impara a muoversi e relazionarsi con lo spazio); vuole comprendere le leggi fisiche per poi trascenderle con la meditazione e l’alchimia …ogni cuoco deve conoscere perfettamente la chimica alimentare per creare dei piatti gustosi e nutrienti, è attraverso la cultura derivata dall’esperienza diretta, che possiamo evolvere con più consapevolezza e arrivare anche all’illuminazione.
Anche il “sesso tantrico” indiano e il “Sex Tao” cinese hanno bisogno di canali aperti ed equilibrio psico-fisico per creare l’unione alchemica di Yin e Yang (dei due corpi femminile e maschile). 
Le arti interne non si possono quindi paragonare agli sport da combattimento perché sono pura filosofia di vita messa in pratica ..e comunque ogni campione di lotta è anch’esso a conoscenza di queste questioni ..sono solo i dilettanti a fare paragoni inutili e fuori luogo proprio perché comprendono solamente la superficie di ciò che vedono.

L’arte interna è pura cultura dell’essere e ovviamente non può essere compresa da tutti. Nella stessa Cina solo un praticante su mille diventa un fenomeno (che va al di là del normale essere comune), e solo uno su un milioni riesce davvero ad uscire dalla Matrix.